FrancescaCondemiMi chiamo Francesca Condemi, ho 33 anni e sono un Ingegnere Biomedico. Attualmente vivo a Parigi, dove lavoro come Ingegnere di Ricerca e Sviluppo per una compagnia che progetta pompe per il supporto della circolazione cardiaca. 

Il percorso che mi ha portato a stabilirmi professionalmente a Parigi è iniziato all’ Università Magna Graecia di Catanzaro presso la quale ho conseguito, prima, la laurea triennale in Ingegneria Informatica e Biomedica e, poi, la laurea specialistica in Ingegneria Biomedica, con indirizzo Tecnologie Biomediche. La scelta di questo percorso di studi, all’incrocio tra l’ingegneria e le scienze mediche, è stata, principalmente, legata a due fattori. Da un lato, l’interesse ad approfondire le cause di problemi pratici e la curiosità di conoscere i processi che sono alla base della realtà che viviamo, individuandone le cause senza giungere a facili conclusioni. Dall’altro, il fascino che si nasconde dietro la perfezione che caratterizza il funzionamento del corpo umano e la consapevolezza che l’ingegneria può contribuire ad approfondirne la conoscenza, migliorando la qualità di vita di soggetti che si trovano in condizioni di salute critiche.

Il mio percorso universitario ha posto le basi per l’apprendimento delle competenze necessarie affinché le mie aspettative di studentessa si trasformassero in risultati concreti. In tal senso, il contributo fornito dai docenti dell’Ateneo è stato fondamentale. Inoltre, la possibilità di studiare presso una struttura che include un Policlinico universitario è stata determinante per valutare in concreto le potenzialità di un percorso formativo all’interfaccia tra ingegneria e medicina. Infine, ma non meno importanti, i tirocini previsti nel percorso universitario mi hanno offerto la possibilità di vedere applicato in concreto le conoscenze teoriche e sono stati un momento cruciale per la mia crescita professionale e personale. Senza dubbio, come ogni percorso anche quello universitario non è privo di criticità. Tra tutte, la preparazione e la stesura della tesi di laurea sono stati il primo passo nel mondo della ricerca, accompagnato dalla difficoltà di dover sviluppare una piccola parte di un progetto, seguendo in maniera concreta il processo che porta dalle ipotesi ai risultati. Tuttavia, con una buona dose di impegno e, soprattutto, guidata dalla passione che conduce alle scelte, è stato possibile trasformare i momenti critici in opportunità che mi hanno permesso di accumulare ulteriori competenze ed abilità. Dopo la laurea, quindi, ho deciso di proseguire nell’ambito della ricerca applicata all’analisi del sistema circolatorio, prima durante il mio dottorato e, poi, nel corso di ulteriori quattro anni di formazione post-dottorato, spesi tra Stati Uniti, Francia e Canada. 

Alla fine di tale percorso, ho valutato la possibilità di applicare le mie competenze allo sviluppo di sistemi artificiali che assistono il cuore in condizioni di deficit e tale scelta mi ha portata a lavorare per Corwave. Corwave è una compagnia che progetta pompe per il supporto della circolazione cardiaca. In pratica, nel nostro organismo, il cuore agisce come pompa che distribuisce il sangue ai diversi organi e tessuti. Quando questo smette di funzionare correttamente può essere supportato da pompe artificiali. Quindi, lo scopo del team che lavora a Corwave è quello di sviluppare dei devices artificiali il cui funzionamento riproduca, quanto più possibile, quello del nostro cuore. Nello specifico, il mio ruolo si colloca all’interno di un team che sviluppa modelli virtuali che studiano al computer le perfomances di queste pompe, prima che il modello reale venga prodotto. Durante il mio percorso di studi, ho acquisito, prima di tutto, le competenze teoriche che si collegano direttamente alla mia attività professionale, quali: i principi base dell’anatomia, della fisiologia e della fluidodinamica applicata all’apparato cardiaco. Poi pratiche, ovvero: l’abilita’ nell’utilizzo di software per lo sviluppo di modelli geometrici e numerici e la capacità di organizzare un progetto di ricerca, partendo dall’individuazione del problema, passando per la definizione di un modello virtuale che permetta l’analisi delle possibili cause e, quindi, la formulazione di ipotesi plausibili, fino alla ricerca dei risultati. Ed infine, competenze comunicative, ovvero, l’abilita’ di  comunicare in maniera efficace e concreta i metodi ed i risultati del mio lavoro. 
Più di tutto, l’intero percorso universitario mi ha insegnato a pensare quanto è bello sapere!
 

La scelta di questo percorso di studi è legata a due fattori. Da un lato, l’interesse ad approfondire le cause di problemi pratici e la curiosità di conoscere i processi che sono alla base della realtà che viviamo. Dall’altro, il fascino che si nasconde dietro la perfezione che caratterizza il funzionamento del corpo umano e la consapevolezza che l’ingegneria può contribuire ad approfondirne la conoscenza, migliorando la qualità di vita di soggetti che si trovano in condizioni di salute critiche

16/06/2020 - 11:40